Startup fra marketing e social media: come sfruttarli al meglio
In questa nuova puntata del nostro blog, dedicata al mondo del marketing e dei social media, indispensabili per ogni startup, abbiamo intervistato Nicolò Corrente, marketing manager e mentor della Startup University, chiedendogli di aiutarci a scoprire il percorso ideale di una startup che vuole sfruttare al meglio queste due straordinarie leve per raggiungere il proprio target di riferimento. Ne è venuta fuori una mini guida da leggere tutta d’un fiato!
Le startup sono sempre più consapevoli dell’importanza del marketing per il loro successo. Da dove bisogna iniziare a tuo avviso?
Le startup devono sempre di più comprendere che il marketing non può essere un optional nelle strategie di sviluppo e lancio del proprio progetto.
Si parte dalla consapevolezza e quindi occorre comprendere bene il livello di importanza che possa avere una strategia di marketing nel lancio di una startup. Per passare al livello superiore servono analisi, strategia e azioni concrete.
Quali sono gli strumenti indispensabili per un web marketing efficace?
In assoluto gli strumenti indispensabili per un web marketing efficaci sono:
- Blogging (lo strumento in assoluto più pratico per parlare con il tuo pubblico)
- Seo e Posizionamento
- Social Media Marketing
- Email Marketing
Puoi indicare ai nostri startupper i 3 pilastri fondamentali su cui fondare la loro strategia di marketing?
I pilastri fondamentali li ho già indicati prima e sono l’analisi, la costruzione di una strategia e il marketing a risposta diretta.
L’analisi serve a capire chi è il tuo avatar, il potenziale cliente su cui costruire una strategia. Inoltre è importante analizzare anche la concorrenza per comprendere un angolo di penetrazione del mercato e sfruttare i punti di debolezza dei tuoi competitor.
La strategia prepara la startup a creare un messaggio differenziante e una USP (unique selling proposition) in modo da posizionarti come Brand di riferimento nella sua categoria.
Il marketing a risposta diretta crea una connessione diretta con il potenziale cliente e una comunicazione attiva fra la startup e chi sta già cercando il prodotto o servizio che si vuol proporre.
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La seconda parte dell’intervista vede protagonista Maria Teresa Salvati, social media manager pugliese con grande esperienza internazionale, maturata soprattutto nella multietnica e innovativa Londra.
Con lei ci siamo concentrati su Facebook, il social media per eccellenza, per capire meglio se è davvero indispensabile in una strategia di web marketing e se, come molti pensano, basta investire un po’ di soldini in ADS per veder schizzare il proprio fatturato…
Quando si pensa ai Social si finisce ormai per far coincidere il termine con Facebook. Nessuna startup può fare a meno di Facebook nella sua strategia social oppure la scelta dipende dal mercato di riferimento?
Se consideriamo il numero di iscritti, che si aggira intorno ai 1,65 miliardi di utenti in tutto il mondo (e se si escludono Paesi in cui non è consentito l’accesso), il numero di persone che ha un account su Facebook è esorbitante.
Altra premessa è che si tratta di un social network trasversale in termini di contenuti e intenti. Detto ciò, è diventato uso comune, quando si parla di una persona, un’entità, un’azienda, andare a controllare la sua presenza su FB e poi sul sito.
Diventa quindi indispensabile avere una pagina sul maggiore social netwok, anche se prima di farlo è necessario essere pronti con una strategia ed un piano editoriale solidi. Direi che di default, la pagina su FB è necessaria (allo stato attuale). Per gli altri social media dipende dagli obiettivi, dal mercato di riferimento, dal target.
Per raggiungere il successo sui Social bisogna avere migliaia di followers e like o ci sono altri fattori che lo determinano?
Intanto il termine “successo” ha diverse accezioni se si parla dell’ambito dei social media. Quello che principalmente si misura su questi canali sono le interazioni, il livello di affezione ad un marchio, la conoscenza di un marchio/prodotto, il sentiment.
Di certo “like” e followers sono un segnale della conoscenza di tale canale/pagina/account, ma dipende anche da come si sono raggiunti. Se si fanno campagne a pagamento per aumentare i “like” della pagina, per esempio, e tutte queste persone poi non trovano contenuti rilevanti, creativi, interessanti, quei “like” varranno poco e non si trasformeranno in contatti “engaged” o, in un secondo momento, in potenziali clienti.
Il “successo” sui social media dipende, quindi dal livello di ingaggio, il quale si ottiene da un mix di investimento economico, qualità di contenuti altamente impattanti e unici, e una strategia corretta.
Sfruttare i Social per il business equivale a investire budget rilevanti in advertising?
Penso di avere indirettamente risposto sopra. Il budget è parte del mix, ma non è l’unica cosa importante. Ovviamente con il termine “budget” ci riferiamo a quello speso per le campagne a pagamento sui social, non a quello che serve per la produzione dei contenuti e della strategia.
I social (di accesso gratuito) danno spesso la falsa impressione di essere gratis e accessibili a tutti. Per le pagine di business, per esempio è diventato sempre più difficile avere visibilità se non si paga. L’algoritmo di Facebook scoraggia – limitando la visibilità organica – le pagine che usano la piattaforma come mero canale per promuovere contenuti che risiedono fuori dal social network.
Allo stesso tempo il mio suggerimento è di non spendere ingenti somme di denaro di promozione sui social nella primissima fase di lancio.
E’ importante capire come il mercato/target reagisce ai contenuti che postiamo, per cui in una primissima fase, e finché non si ha un calendario editoriale solido e strutturato, fare un po’ di test e aggiustare il tiro, diventa importante prima di investire cifre più cospicue (le quali dipendono dagli obiettivi di marketing e comunicazione).