Nuove startup nella rosa dei finalisti: si chiude in bellezza lo scouting della Startup University
Gamification, protesi intelligenti, realtà aumentata e tanto altro durante le selezioni della tappa di Bari
E anche l’ultimo evento di scouting si è concluso. L’aula magna del Dipartimento di Informatica del Politecnico di Bari ha ospitato ben 17 startup, tutte determinate ad aggiudicarsi un posto alla finale di Startup University, che si terrà il 22 novembre pomeriggio presso il BaLab.
Anche se la motivazione e la grinta non sono di certo mancate, non tutti i progetti hanno convinto allo stesso modo la nostra commissione di esperti: solo 9 startupper sono rientrati nella rosa dei finalisti.
Ora li andremo a conoscere uno a uno, ma prima vogliamo ribadire a tutti coloro che non hanno superato le fasi di scouting di non demordere: continuate a studiare, a formarvi, a testare sul mercato il vostro prototipo e a lavorarci per migliorarlo con la stessa passione che avete dimostrato in questi giorni.
Una protesi intelligente per arti superiori e una scuola “a codice aperto”: vi presentiamo ArmBot 2.0 e la Scuola Open Source
Spinti da una brutta esperienza personale e dal desiderio di restituire autonomia e sicurezza a tutti coloro che hanno subito un simile trauma, il team di ArmBot 2.0 ha studiato una protesi mioelettrica non invasiva pensata per arti superiori. La protesi è leggera, pratica e personalizzabile grazie all’esoscheletro realizzato in stampa 3D. Ma la cosa più importante di tutte è che consente il recupero dell’85% delle funzionalità motorie poiché gestita da due sistemi proprietari “intelligenti”: lo smart system è in grado di interpretare gli impulsi muscolari attraverso sensori EMG e di impartire i comandi di apertura/chiusura della mano, rotazione/flessione del polso; il touch system consente il riconoscimento dell’oggetto in fase di presa.
Su tutt’altro tipo di innovazione si basa il modello di business della Scuola Open Suorce (SOS), la scuola in cui l’offerta didattica è modulata in base alla domanda della rete e alle esigenze del territorio, con il quale il team del progetto condivide la conoscenza e vive in completa osmosi. Non a caso, infatti, hanno scelto come sede l’Isolato 47 di Bari Vecchia, cuore del capoluogo pugliese. E sempre non a caso, dal territorio “pescano” le risorse fondamentali per il loro centro didattico condiviso: persone che voglio insegnare o imparare; organizzazioni che vogliono fare ricerca utilizzando le metodologie didattiche della scuola; makers e hacker che vogliono utilizzarne i servizi. Dopo aver vinto il bando Che Fare, e portando avanti il motto “’l’innovazione è sempre sociale, altrimenti è speculazione sull’ignoranza degli altri”, i ragazzi della SOS non si sono più fermati.
Wideverse dedica uno spazio alla realtà virtuale e BioInnoTech recupera scarti agroalimentari
La startup Wideverse parte da un concetto davvero semplice: creare uno spazio dove esperti del settore e non possano generare e condividere contenuti per la realtà aumentata, virtuale e mista. Una sorta di “Youtube” per la realtà virtuale, appunto. Si tratta di un editor di contenuti dove l’utente costruisce e condivide esperienze immersive poiché è in grado di realizzare in poche mosse, ad esempio, dei tour interattivi e realistici di case in affitto o in vendita. Il tutto semplicemente aggiungendo e combinando insieme elementi multimediali e 3D a foto e video a 360°.
Ci spostiamo su un altro settore con BioInnoTech, la startup che punta al recupero degli scarti agroalimentari del nostro territorio, in particolare del siero di latte. Questo prodotto è attualmente considerato solo come scarto a smaltimento controllato obbligatorio; per le biologhe del team, invece, è un’importante punto di partenza. Dal siero, infatti, possono ricavare, ad esempio, lieviti per la panificazione, mangimi per animali, prodotti per l’enologia e la birrificazione. In questo modo, si va a risolvere anche il problema dello sversamento illegale del siero e del conseguente impatto ambientale disastroso.
Valorizzare il territorio pugliese puntando sull’innovazione e sul turismo esperenziale: lo fanno Tou.Play ed Enjoy Puglia
Le visite guidate non saranno più le stesse grazie a Tou.Play, la startup che mira a trasformare una semplice esperienza da turista in un gioco attivo e indimenticabile: si parla di Alternate Reality Game.
Le dinamiche della gamification sono ormai sempre più utilizzate nel campo della comunicazione e in diversi contesti aziendali, perché stimolano la partecipazione proattiva dell’utente e rendono memorabile un’esperienza. I giovani e ambiziosi ragazzi di Tou.Play, dopo aver vinto Challanges Camp 2015, hanno portato avanti il loro progetto con determinazione e, grazie anche al supporto di una studiata campagna di crowdfunding, hanno già realizzato con successo diversi format. Un esempio tra tutti: hanno trasformato la visita a un teatro abbandonato della città di Bari in un viaggio nelle cornici dantesche del Purgatorio.
Far vivere un’esperienza indimenticabile in Puglia è anche l’obiettivo della startup Enjoy Puglia, che però usa altri strumenti, due per la precisione: una maglietta e un’app. La T-shirt raffigura in icone i principali prodotti tipici della nostra terra e le più attrattive mete turistiche. L’App interagisce con queste icone e permette all’utente di ottenere tutte le informazioni su quel prodotto/servizio/attrattiva. Anche l’obiettivo del progetto è duplice: da una parte intende creare un’offerta turistica unica della Puglia; dall’altra dar vita a una rete di imprese che appartengono alla filiera turistica allargata (imprese operanti nel settore turistico, dell’artigianato e della enogastronomia).
FarmCopter, Vespabook e Docus: le startup dedicate ad agricoltori, vespisti e comunicatori
La startup FarmCopter ha come mission quello di fornire servizi di agricoltura di precisione per risparmiare sull’utilizzo di concimi e agrofarmaci. L’obiettivo è ottenere dei raccolti più salutari e genuini, rispettando l’ambiente e ottenendo anche un importante vantaggio economico. Come? Sia grazie ai droni, utili a monitorare lo stato di salute delle piante, sia sfruttando modelli matematici e software in grado di gestire in maniera ottimale l’acqua usata per l’irrigazione delle coltivazioni.
La Vespa che passione! È su questo motto che si basa l’idea della startup Vespabook, che connette gli appassionati di Vespa di tutto il mondo, attraverso un’applicazione a loro esclusivamente dedicata. La vision di questo interessante progetto è spostare l’intera categoria dei “vespisti” sparsi in tutto il mondo dall’offline all’online.
Infine, vi presentiamo Docus – Documentary Communication Storydoers: una Storydoing Company per la progettazione di sistemi comunicativi sinsemici. L’obiettivo è creare, “fare”, una storia e non solo raccontarla. In questo modo, si vogliono superare i limiti dello storytelling mediante l’approccio storydoing, avviare la prototipazione di un metodo per la progettazione di una comunicazione documentaria e generare una crescita culturale condivisa attivando le persone come medium.
Il 25 novembre la Startup University aprirà ufficialmente le sue porte: quali delle startup fin qui selezionate entreranno a pieno diritto nel nostro programma di accelerazione? Seguiteci per scoprirlo!
Un ringraziamento finale al fotografo dell’evento, Gianni Aquaro, per gli splendidi scatti che ci ha regalato in quest’ultima tappa di scouting.